Re-use and urban re-generation is now an established realities in the contemporary society; materials, scraps and abandoned urban areas, even more frequently, are 'rethought' with new, alternative functions. Abandoned quarries and extractive implants occupy a prominent place in this general framework; 'scrap landscapes' that profoundly altering the structure of the territory. The ISPRA and Legambiente data, concerning their presence and distribution in the country, highlight the seriousness of a situation, made more complicated by an inhomogeneous, regional legislative framework. Places of abandonment, drosscape, ‘scars’ on the Earth, but also places of charm and sublime beauty, quarries and mines are landscapes to decipher, to understand in their broadest and deepest sense. If even a few years ago the approach to the issue of abandoned areas was mostly morphological, aimed at the re-naturalization of the environment with concealment operations of human traces, now these places have become, ever more, territories of the contemporary design. The series is very wide and comprises several interventions aimed at the 'landscape reinvention', ranging from the development of the architectural potential of extractive implants, to proposals for landscape enhancement, to Land Art works. With this report we intend to investigate proposals able to protect the semantic values of the places without distorting the essence, projects that safeguarding existing traces and conveying them in the plots of an intervention respectful of the quarries past memories. From Gavorrano Mineral Park in Grosseto to the enhancement of ancient underground quarries of Gargas in Provence, to the marble quarries of Dionyssos – Greece; projects that prove a common mindset in considering and preserving historical, environmental, and 'industrial' values, showing the real existence of a discipline hybridization process.

La cultura del riuso e della rigenerazione urbana costituisce ormai una realtà consolidata che caratterizza la società contemporanea; materiali, scarti e contesti urbani dismessi, con sempre maggior frequenza vengono ‘ripensati’ con funzioni alternative. In questo quadro generale le cave dismesse e gli impianti estrattivi in genere, contesti naturali nei quali gli insediamenti industriali hanno prodotto ‘paesaggi di scarto’, alterando profondamente la struttura del territorio, occupano un posto di rilievo. I dati ISPRA e Legambiente relativi alla loro presenza e diffusione sul territorio nazionale sottolineano la gravità di una situazione, resa maggiormente complicata da un quadro normativo regionale disomogeneo e, talvolta, carente. Luoghi di abbandono e spesso di degrado, cicatrici inferte alla terra, ma anche siti densi di fascino e potenzialità, protagonisti privilegiati di Land artists quali Robert Smithson e Robert Morris, le cave e gli impianti estrattivi costituiscono luoghi da decifrare, da comprendere nella loro accezione più ampia e profonda. Fino a pochi anni fa l’approccio al tema delle aree dismesse era perlopiù di ripristino morfologico, mirante alla rinaturalizzazione del territorio con operazioni di dissimulazione delle tracce antropiche; ora tali luoghi sono diventati sempre più territori del progetto contemporaneo. In un panorama molto ampio che vede una pluralità di approcci operativi finalizzati alla ‘reinvenzione’ progettuale del territorio, che spaziano dallo sviluppo delle potenzialità architettoniche degli impianti, a proposte di valorizzazione paesistica, a veri e propri interventi di Land Art, si intendono indagare quelle proposte in grado di recuperare i valori semantici dei luoghi senza stravolgerne l’essenza. Progetti che, pur se destinati al semplice recupero dell’esistente, salvaguardino le tracce esistenti, convogliandole nelle trame di un intervento rispettoso del carattere del luogo e che ne riecheggi la memoria. Dalla proposta di Massimo Carmassi per il parco minerario di Gavorrano a Grosseto, alla valorizzazione della cava romana di St Margarethen in Austria, alle cave di Dionyssos in Grecia, solo per ricordarne alcuni; interventi che, pur se con differenti modalità, documentano una comune mentalità nel considerare e preservare valori storici, ambientali, ‘industriali’, dimostrando l’effettiva esistenza di un processo di ibridazione della disciplina.

‘Reinterpretare il paesaggio’. Note sul recupero e la valorizzazione degli impianti estrattivi / Ercolino, Maria Grazia. - STAMPA. - (2017), pp. 221-231. (Intervento presentato al convegno Le nuove frontiere del restauro. Trasferimenti, contaminazioni, ibridazioni tenutosi a Bressanone nel 27-30/6/2017).

‘Reinterpretare il paesaggio’. Note sul recupero e la valorizzazione degli impianti estrattivi

ERCOLINO, Maria Grazia
2017

Abstract

Re-use and urban re-generation is now an established realities in the contemporary society; materials, scraps and abandoned urban areas, even more frequently, are 'rethought' with new, alternative functions. Abandoned quarries and extractive implants occupy a prominent place in this general framework; 'scrap landscapes' that profoundly altering the structure of the territory. The ISPRA and Legambiente data, concerning their presence and distribution in the country, highlight the seriousness of a situation, made more complicated by an inhomogeneous, regional legislative framework. Places of abandonment, drosscape, ‘scars’ on the Earth, but also places of charm and sublime beauty, quarries and mines are landscapes to decipher, to understand in their broadest and deepest sense. If even a few years ago the approach to the issue of abandoned areas was mostly morphological, aimed at the re-naturalization of the environment with concealment operations of human traces, now these places have become, ever more, territories of the contemporary design. The series is very wide and comprises several interventions aimed at the 'landscape reinvention', ranging from the development of the architectural potential of extractive implants, to proposals for landscape enhancement, to Land Art works. With this report we intend to investigate proposals able to protect the semantic values of the places without distorting the essence, projects that safeguarding existing traces and conveying them in the plots of an intervention respectful of the quarries past memories. From Gavorrano Mineral Park in Grosseto to the enhancement of ancient underground quarries of Gargas in Provence, to the marble quarries of Dionyssos – Greece; projects that prove a common mindset in considering and preserving historical, environmental, and 'industrial' values, showing the real existence of a discipline hybridization process.
2017
Le nuove frontiere del restauro. Trasferimenti, contaminazioni, ibridazioni
La cultura del riuso e della rigenerazione urbana costituisce ormai una realtà consolidata che caratterizza la società contemporanea; materiali, scarti e contesti urbani dismessi, con sempre maggior frequenza vengono ‘ripensati’ con funzioni alternative. In questo quadro generale le cave dismesse e gli impianti estrattivi in genere, contesti naturali nei quali gli insediamenti industriali hanno prodotto ‘paesaggi di scarto’, alterando profondamente la struttura del territorio, occupano un posto di rilievo. I dati ISPRA e Legambiente relativi alla loro presenza e diffusione sul territorio nazionale sottolineano la gravità di una situazione, resa maggiormente complicata da un quadro normativo regionale disomogeneo e, talvolta, carente. Luoghi di abbandono e spesso di degrado, cicatrici inferte alla terra, ma anche siti densi di fascino e potenzialità, protagonisti privilegiati di Land artists quali Robert Smithson e Robert Morris, le cave e gli impianti estrattivi costituiscono luoghi da decifrare, da comprendere nella loro accezione più ampia e profonda. Fino a pochi anni fa l’approccio al tema delle aree dismesse era perlopiù di ripristino morfologico, mirante alla rinaturalizzazione del territorio con operazioni di dissimulazione delle tracce antropiche; ora tali luoghi sono diventati sempre più territori del progetto contemporaneo. In un panorama molto ampio che vede una pluralità di approcci operativi finalizzati alla ‘reinvenzione’ progettuale del territorio, che spaziano dallo sviluppo delle potenzialità architettoniche degli impianti, a proposte di valorizzazione paesistica, a veri e propri interventi di Land Art, si intendono indagare quelle proposte in grado di recuperare i valori semantici dei luoghi senza stravolgerne l’essenza. Progetti che, pur se destinati al semplice recupero dell’esistente, salvaguardino le tracce esistenti, convogliandole nelle trame di un intervento rispettoso del carattere del luogo e che ne riecheggi la memoria. Dalla proposta di Massimo Carmassi per il parco minerario di Gavorrano a Grosseto, alla valorizzazione della cava romana di St Margarethen in Austria, alle cave di Dionyssos in Grecia, solo per ricordarne alcuni; interventi che, pur se con differenti modalità, documentano una comune mentalità nel considerare e preservare valori storici, ambientali, ‘industriali’, dimostrando l’effettiva esistenza di un processo di ibridazione della disciplina.
impianti estrattivi; cave; miniere; recupero; restauro; valorizzazione
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
‘Reinterpretare il paesaggio’. Note sul recupero e la valorizzazione degli impianti estrattivi / Ercolino, Maria Grazia. - STAMPA. - (2017), pp. 221-231. (Intervento presentato al convegno Le nuove frontiere del restauro. Trasferimenti, contaminazioni, ibridazioni tenutosi a Bressanone nel 27-30/6/2017).
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